LaBruna
2005-10-03 09:35:25 UTC
grossi SPOILER
Placido regista non m'ha mai entusiasmato, neppure come attore. Non ho
visto "Ovunque sei" e non lo rimpiango, né ho fatto in tempo a leggere
il romanzo di De Cataldo, di cui si parla tanto bene. Così sono andata
al cinema fidandomi solo degli attori e degli sceneggiatori, che mi
davano un qualche affidamento.
Il risultato mi pare buono, pur con qualche difetto, che liquido subito:
la scelta dei nomi dei ragazzini, non so se ci fosse sul libro ma è
proprio finta, io mi chiamerò così e io colà, quando di solito i
nomignoli ti crescono addosso col tempo, non ci si autoproclama.
Poi la scena della bomba a Bologna, finta pure quella, avrei preferito
un'esposione fuoricampo, tra l'altro già sufficientemente anticipata
dall'orologio della stazione. Avrei preferito più "pudore", magari
passando direttamente alla scena del sottopassaggio col Freddo che
arriva. Poi il doppiaggio di Patrizia, che stride col resto (ma mettere
lì un'attrice italiana no?) e infine Accorsi, che ha sempre stati
d'animo caricatissimi, con occhi sgranati e urla che si alzano appena
possibile (come succede altrove con la Mezzogiorno, dev'essere stato
quel tale dell'ultimo bacio a segnarli per sempre).
Per il resto il cast è ottimo, non sto a sottolineare per l'ennesima
volta il fatto che Pierfrancesco Favino sia ENORME. Anzi no,
sottolineiamolo pure, è il miglior attore italiano in circolazione,
almeno tra quelli sotto i cinquanta.
Ma anche gli altri, lasciamo stare Santamaria per il quale ho un debole,
anche Kim Rossi Stuart, che non ho mai trovato esaltante, qui si
dimostra all'altezza di un ruolo non facile. Negli interrogatori con
Accorsi, è lui che spicca, con la strafottente naturalezza di un
criminale consumato, al contrario di un commissario che, seppur baffuto,
somiglia fisicamente a un ragazzino che reagisce agli sfottò con stesso
tono isterico di uno a cui rubano il pallone.
L'ambientazione è perfetta, la luce bellissima, il ritmo cala un po'
dopo la (notevole) uccisione del Libanese, ma la cosa non disturba
molto.
La mattanza è resa bene, ottima la figura dell'impiegato criminale
(Tognazzi) mentre un po' stereotipata è quella del potente misterioso
(Bertorelli).
Purtroppo ho perso la scena del rapimento e uccisione del barone
(l'immagine in sala era sfocata, l'unica cretina che s'è alzata per
avvertire era ovviamente la sottoscritta) e non ho capito il perché sia
stato ammazzato.
Mi resta comunque un'idea d'insieme molto positiva, probabilmente grazie
alla storia (leggerò al più presto il libro), non sarei troppo severa
con Placido per tutti i difetti del film, che è sicuramente ambizioso ma
grazie al cielo non si perde in sperimentazioni d'autore, non ha
l'incedere magnoliesco e conserva quasi sempre un buon livello di
recitazione e dialoghi.
Placido regista non m'ha mai entusiasmato, neppure come attore. Non ho
visto "Ovunque sei" e non lo rimpiango, né ho fatto in tempo a leggere
il romanzo di De Cataldo, di cui si parla tanto bene. Così sono andata
al cinema fidandomi solo degli attori e degli sceneggiatori, che mi
davano un qualche affidamento.
Il risultato mi pare buono, pur con qualche difetto, che liquido subito:
la scelta dei nomi dei ragazzini, non so se ci fosse sul libro ma è
proprio finta, io mi chiamerò così e io colà, quando di solito i
nomignoli ti crescono addosso col tempo, non ci si autoproclama.
Poi la scena della bomba a Bologna, finta pure quella, avrei preferito
un'esposione fuoricampo, tra l'altro già sufficientemente anticipata
dall'orologio della stazione. Avrei preferito più "pudore", magari
passando direttamente alla scena del sottopassaggio col Freddo che
arriva. Poi il doppiaggio di Patrizia, che stride col resto (ma mettere
lì un'attrice italiana no?) e infine Accorsi, che ha sempre stati
d'animo caricatissimi, con occhi sgranati e urla che si alzano appena
possibile (come succede altrove con la Mezzogiorno, dev'essere stato
quel tale dell'ultimo bacio a segnarli per sempre).
Per il resto il cast è ottimo, non sto a sottolineare per l'ennesima
volta il fatto che Pierfrancesco Favino sia ENORME. Anzi no,
sottolineiamolo pure, è il miglior attore italiano in circolazione,
almeno tra quelli sotto i cinquanta.
Ma anche gli altri, lasciamo stare Santamaria per il quale ho un debole,
anche Kim Rossi Stuart, che non ho mai trovato esaltante, qui si
dimostra all'altezza di un ruolo non facile. Negli interrogatori con
Accorsi, è lui che spicca, con la strafottente naturalezza di un
criminale consumato, al contrario di un commissario che, seppur baffuto,
somiglia fisicamente a un ragazzino che reagisce agli sfottò con stesso
tono isterico di uno a cui rubano il pallone.
L'ambientazione è perfetta, la luce bellissima, il ritmo cala un po'
dopo la (notevole) uccisione del Libanese, ma la cosa non disturba
molto.
La mattanza è resa bene, ottima la figura dell'impiegato criminale
(Tognazzi) mentre un po' stereotipata è quella del potente misterioso
(Bertorelli).
Purtroppo ho perso la scena del rapimento e uccisione del barone
(l'immagine in sala era sfocata, l'unica cretina che s'è alzata per
avvertire era ovviamente la sottoscritta) e non ho capito il perché sia
stato ammazzato.
Mi resta comunque un'idea d'insieme molto positiva, probabilmente grazie
alla storia (leggerò al più presto il libro), non sarei troppo severa
con Placido per tutti i difetti del film, che è sicuramente ambizioso ma
grazie al cielo non si perde in sperimentazioni d'autore, non ha
l'incedere magnoliesco e conserva quasi sempre un buon livello di
recitazione e dialoghi.
--
b.
b.