Discussione:
Rocky Balboa (con SPOILER, ma tanto che voi spoilerà...)
(troppo vecchio per rispondere)
Lupus Yonderboy
2007-02-01 12:20:13 UTC
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Sono andato a vedere "Rocky Balboa" pensando che avrei visto un film di
valore artistico scarso, ma che mi sarei divertito. Avevo ragione su
quest'ultima aspettativa, sbagliavo sulla prima. "Rocky Balboa" non è un
film mediocre, è probabilmente nell'albo d'oro dei film più brutti degli
ultimi 30 anni. Non c'è *un* singolo aspetto del film che salverei, dico sul
serio. Forse l'unica trovata mediamente simpatica è la sequenza dei titoli
di coda. Allora perché mi sono divertito? Semplice: perché questa poltiglia
informe è così disastrosamente banale, insulsa, naif, inverosimile,
ridicola, che molto spesso suscita un irrefrenabile riso accompagnato
dall'idea che più in basso di così non scenderanno, previsione che viene
puntualmente smentita, provocando un'altra sonora risata.
Il primo, macroscopico difetto del film è l'assoluta banalità e scontatezza
di ogni trovata. Tutto ha un sapore di già visto milioni di volte, sembra
quasi che sia stato impiegato un software di ricerca dei peggiori cliché
hollywoodiani: la moglie morta di malattia (badate bene, non dipende dal
fatto che l'attrice che interpretava Adriana non ha voluto partecipare, pare
sia una trovata di Stallone, con lei concordata, per aggiungere pathos e
carica emotiva), lui in pensione che dirige un ristorantino italiano (con
annessi luoghi comuni di bassa lega), il rapporto tormentato col figlio che
vive nella sua ombra, il cognato alcoolizzato, fallito e disilluso.
La figura di Rocky è quasi caricaturale nell'accentuare quella schiettezza
dell'uomo venuto dalla strada, ignorante ma di nobili sentimenti, con cui il
pubblico l'aveva conosciuto 30 anni fa e che era un po' andata perduta con
l'affermazione sociale nei patetici capitoli 3 e 4 della saga; eppure si è
quasi tentati di preferire il parvenu reaganiano di allora, con il robottino
che girava per la piscina della villa milionaria, all'attuale, stereotipata
macchietta dell'italiano gesticolante, amato dal popolo e snobbato
dall'establishment, che racconta le sue avventure ai clienti del ristorante.
La prima parte del film è un noioso susseguirsi di scene di vita quotidiana
del protagonista, intervallate da clamorosi pistolotti del nostro eroe,
ansioso di dispensare lezioni di vita a destra e a manca, sciorinando le
peggiori banalità con aria solenne, e grazie al cielo questo regala buona
parte di quell'ilarità a cui mi riferivo prima: il livello dei dialoghi è
più o meno quello di un settimanale per adolescenti. Forse l'apice viene
raggiunto quando Rocky, di fronte alla commissione sportiva che vorrebbe
negargli "per il suo bene" l'autorizzazione a tornare a combattere
nonostante il parere positivo dei medici, si cimenta in un'arringa in difesa
dei reietti ignorati dal sistema: di un tritume tale da far rimpiangere le
molto più credibili sparate populiste del Monnezza, e quasi ci si aspetta
che concluda con "io nun vojo fa' er demagogo, ma manco er demastronzo!"
(nel caso, avrei applaudito). Altra scena memorabile, lui che scoppia a
piangere parlando di Adriana, con Paulie, nella cella frigorifera, forse la
risata più fragorosa del film... da vedere, per crederci. Anzi, per NON
crederci.
Se i dialoghi sono da fotoromanzo di "Cioè", le dinamiche dei rapporti tra i
personaggi hanno i tempi e i modi dei cartoni animati pomeridiani. Due
esempi tra tutti: Rocky incontra per caso in un bar una ragazza che era
apparsa 30 secondi nel primo film, diventata adulta e madre, che lavora in
uno squallido bar di periferia mentre il figlio adolescente, avuto da un
giamaicano che ovviamente è sparito, perde tempo per strada con i balordi
del quartiere. Di punto in bianco decide di prenderli sotto la sua ala
protettrice, visitandoli con caparbia invadenza, chiedendo a lei di andare a
ballare e poi di lavorare nel suo ristorante, e trascorrendo pomeriggi con
il ragazzo. Lei chiede un'ordinanza restrittiva? Il giovane teppistello lo
manda a cagare e si va a fumare il crack nel ghetto? Niente affatto, la
donna arriva anche a dargli un bacetto sulle labbra (così ci mettiamo dentro
anche un vago accenno di rimorchio, pur nel completo rispetto della defunta)
e il bamboccio ne fa il proprio mentore, giungendo anche a prendere con lui
un cagnolino (e vai coi buoni sentimenti) che battezza teneramente
"Castagna" (drammatica traduzione di "Punchy"). E il rapporto col figlio
naturale? Per mezzo film il ragazzo non se lo fila lontanamente,
vergognandosi di lui in pubblico e dandogli continue delusioni nel declinare
i suoi insistenti inviti a cena, finché, quando la tv annuncia che il
vecchio campione tornerà sul ring per sfidare l'attuale detentore del titolo
(giovane, bello, ricco, sbruffone e imbattuto, un altro personaggio
preconfezionato) si presenta dal padre incazzato come una bestia, non perché
teme giustamente che il padre, a 60 anni, si faccia massacrare di botte e
ridurre a un vegetale, ma perché, ora che tornerà sulla bocca di tutti, sarà
ancora più difficile affrancarsi dalla sua onnipresente figura. Insomma, un
discreto pezzo di merda, no? Beh, abracadabra, allo stallone italiano basta
un'altra delle sue interminabili filippiche, con tanto di urla e incazzatura
(qui altre grasse risate), sull'importanza di fare quello in cui si crede,
nella vita, e sul non essere dei codardi, per ricondurlo a più miti
consigli: l'indomani il figliuol prodigo abbandona la sua carriera da
colletto bianco e si mette a lavorare nel team del padre, ormai diventato un
suo imprescindibile punto di riferimento. Stallone 1 - Crepet 0.
Che altro dire? Il continuo autocitazionismo ad uso dei fan di vecchia data
riesce a risultare eccessivo e burlesco anche a me, che in genere sguazzo in
questo genere di ammiccamenti (ma un George Lucas li confeziona con altra
eleganza, a mio parere). Anche qui cito i due esempi eccellenti, se così si
può dire: la corsa, vestito come una volta, tuta grigia e Chuck Taylor nere,
con cane al guinzaglio, seguita dalla salita della scalinata del museo di
Philadelphia con la stessa inquadratura del primo film, e l'immagine finale
di lui di spalle che solleva un solo pugno, essendo impegnato a tenere in
braccio il cane con l'altra mano; ma soprattutto quando fa scherzosamente a
pugni col figlio (o con il figlio dell'amica? non ricordo) e gli dice "ehi,
vacci piano, sennò mi spIezzi in due". Insomma il livello, già bassino
all'inizio, cala costantemente, arrivando fino a farmi paventare una
vittoria finale seguita da rinnovate grida "Adrianaaaaaaaaa!" in onore della
moglie morta, scena che fortunatamente non c'è ma che non sarebbe stata
affatto una stonatura, nell'economia del film.
Per concludere, valga sapere che persino Dolph "ti spiezzo" Lundgren e Mr.T,
gli avversari dei due peggiori episodi finora (raggiunti sul podio da
quest'ultimo, che in più ha la velleità di non essere puro entertainment, ma
di voler *dire qualcosa*), pur dal dimenticatoio in cui risiedono, hanno
avuto il buon gusto di declinare l'invito a partecipare per un cameo; buon
gusto che tristemente non ha consigliato Mike Tyson, la cui comparsa a bordo
ring per sfottere il campione del mondo in carica regala una delle ultime
risate della pellicola. Verso la fine del match, quando, prima dell'ultimo
round, Rocky Jr. dice al padre di ritirarsi e non rischiare, avendo già
moralmente vinto, e quest'ultimo decide testardamente di continuare, si ha
anche il sentore che Stallone abbia deciso di concludere la saga con la
morte del suo personaggio, cosa che purtroppo non avviene: "purtroppo", non
tanto perché il finale alternativo avrebbe risollevato minimamente un film
disastroso, quanto perché ci avrebbe donato la matematica certezza che non
ci sarebbe mai più stato alcun sequel.


lupus
--
"I strongly recommend if you only ever read one book in your life...
you keep your fucking mouth shut." - (www.banksy.co.uk)
Maverick FC
2007-02-01 13:05:39 UTC
Permalink
On Thu, 1 Feb 2007 13:20:13 +0100, "Lupus Yonderboy"
"Rocky Balboa" non è un film mediocre,
è probabilmente nell'albo d'oro dei film più brutti degli ultimi 30 anni.
Di film che meritano quell'albo più di RB in giro ce ne sono.
Però hai reso bene l'idea, anche mia, sul film.
... si presenta dal padre incazzato come una bestia, non perché
teme giustamente che il padre, a 60 anni, si faccia massacrare di botte e
ridurre a un vegetale, ma perché, ora che tornerà sulla bocca di tutti, sarà
ancora più difficile affrancarsi dalla sua onnipresente figura. Insomma, un
discreto pezzo di merda, no?
:-)
buon gusto che tristemente non ha consigliato Mike Tyson, la cui comparsa
a bordo ring per sfottere il campione del mondo in carica regala una delle
ultime risate della pellicola.
Quasi pensavo ti fossi dimenticato di citare l'apparizione di Tyson :-)

La visione di RB provoca solo una reazione: la voglia di rivedere i
titoli precedenti della serie, per dimenticarne il finale.

Ottima stroncatura. ;-)

Ciao
Maverick
--
«Che non siete più liberi di non avere una casa con letto per dormire.
Lavorate voi - schiavi dei soldi - che non sentite la puzza della
schiavitù!» (a Mario di Monte Mario, Roma) - http://libre.netsons.org/
Jake La Motta
2007-02-02 09:09:37 UTC
Permalink
Post by Lupus Yonderboy
Sono andato a vedere "Rocky Balboa" pensando che avrei visto un film di
valore artistico scarso, ma che mi sarei divertito. Avevo ragione su
quest'ultima aspettativa, sbagliavo sulla prima. "Rocky Balboa" non è un
film mediocre, è probabilmente nell'albo d'oro dei film più brutti degli
ultimi 30 anni. Non c'è *un* singolo aspetto del film che salverei, dico sul
serio.
Che bello che deve essere stato per Sly zittire tutti quelli che hanno
scritto stronzate come questo post.
E ci è riuscito pienamente.

J.
Jake La Motta
2007-02-02 09:12:18 UTC
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http://groups.google.it/group/it.arti.trash/browse_thread/thread/802bcf04b8ad50e8/515bde2aa5c27ed0?hl=it#515bde2aa5c27ed0
2 Febbraio 2007

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
dmax
2007-02-02 10:47:21 UTC
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Post by Jake La Motta
Che bello che deve essere stato per Sly zittire tutti quelli che hanno
scritto stronzate come questo post.
E ci è riuscito pienamente.
Quoto.
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dmax
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