"Anselmo" <***@libero.it> ha scritto nel messaggio news:***@g47g2000cwa.googlegroups.com...
Secondo me non l'ho ha fatto perché abbia a cuore la causa
palestinese, ma per semplice antisemitismo, quindi non solidalizzerei.
Come quei fascisti romani (a Roma li vedi ma magari ci stanno anche da
altre parti) che sono così antisemiti da essere filopalestinesi pur di
andare contro "il viscido giudeo". Fermi al nazismo di Hitler.
A me 'sto Papa non piace per niente...
Scusate il forse troppo lungo Off-Topic in un forum che ho scoperto solo
oggi e che subito mi ha appassionato moltissimo per il suo argomento
principale, che è ovviamente il cinema. Desideravo però anch'io dare il mio
piccolo (si fa per dire...) contributo a questa conversazione OT che sta
diventando anche molto animata, data anche purtroppo la non certo tranquilla
situazione internazionale di questi ultimi tempi.
Ebbene, riguardo alla vicenda diplomatica creata da Israele riguardo alle
affermazioni di papa Benedetto XVI, tengo a precisare che neanche a me piace
molto questo attuale pontefice (e ancora, come molta parte di questo mondo,
sto rimpiangendo l'ineguagliabile suo predecessore!), però non riesco
proprio a sopportare la polemica strumentale e pretestuosa del governo
israeliano, che poi continua ad affermare di volere la pace e il dialogo: ci
vuole proprio una bella faccia tosta! Sappiamo tutti benissimo che il papa
ha condannato in modo specifico gli atti terroristici di questi ultimi tempi
(cioè soprattutto Londra e Sharm-El-Sheik) e che, se non ha menzionato
Israele è solo perché, ringraziando il Signore (Dio, Y...H ed Allah, lo
stesso di cristiani, ebrei e musulmani, con ogni rispetto per i non
credenti, ovviamente), la tregua di questi ultimi tempi tra Israele e ANP
sta reggendo (non parliamo troppo presto!), e noi tutti speriamo che si
trasformi finalmente in vera pace (anche se i tempi sembrano sempre più
bui...). Forse a papa Ratzinger, per togliersi d'impaccio ed evitare di
beccarsi le castronerie di loschi figuri come Sharon & C., sarebbe bastato
semplicemente parlare in generale di "recenti atti di terrorismo", seguendo
l'esempio di molti discorsi di Giovanni Paolo II, e in questo modo avrebbe
evitato a priori che chiunque potesse sentirsi escluso (o fingere di esserlo
ad arte...).
Vorrei poi aggiungere solo una piccola annotazione linguistica, ma anche di
respiro più ampio, che non vorrei però venisse fraintesa (ciò che ho detto
in precedenza spero basti a scongiurare questa eventualità): anche in questo
caso parlo solo per amore di giustizia e verità (e spero anche per amore
della pace). Nessuno si è mai chiesto se il termine "antisemitismo" è
filologicamente e linguisticamente corretto? Non si è mai pensato che
sarebbe più corretto dire "antiebraismo" o "antigiudaismo"? Nessuno si è mai
domandato se questo termine, quando viene utilizzato per gli ebrei, non sia
discriminante nei confronti della maggioranza delle popolazioni semitiche?
Infatti, ogni volta che viene utilizzata questa parola, non è forse come se
si ignorasse l'esistenza di qualche centinaio di milioni di semiti
(veramente "doc") che forse qualcuno conoscerà anche un po' alla lontana?
Non so, ad esempio, se abbiamo a volte sentito parlare vagamente degli
arabi... Il colmo, poi, è quando alcuni giornalisti, spesso della TV, dei
veri "geniacci", dalla preparazione culturale proprio "enciclopedica",
arrivano a parlare di atti di "antisemitismo" da parte degli arabi!!! O
povero, povero mondo, ma che male abbiamo fatto!!!
Inoltre (ed anche qui non mi si fraintenda minimamente, né, soprattutto,
nessuno si annoi...) se proviamo ora a verificare cosa si intende per
"semita", cioè discendente, secondo il racconto biblico, di Sem, figlio
primogenito di Noè, constateremo ovviamente che "semitiche" vengono definite
sia le popolazioni ebraiche che quelle arabe (entrambe discendenti da Sem,
e, attraverso Abramo, rispettivamente dai due figli di quest'ultimo, Isacco
e Ismaele). Tuttavia, nella millenaria vicenda della diaspora ebraica che
tutti conosciamo (e i cui principali responsabili sono i nostri antenati, i
Romani, al tempo della conquista con Pompeo, e della repressione sotto Tito
e Adriano), gli ebrei sono ormai in buona parte completamente europeizzati,
sia nella fisionomia che nella cultura, per cui di "semitico", credo che
ormai abbiano ben poco. Tant'è vero che lo Stato di Israele è visto da tutti
gli arabi come una vera e propria "enclave" di cultura e civiltà europea (o
comunque occidentale) in pieno Medio Oriente (quello vero, cioè il "Vicino
Oriente", non il solo Israele/Palestina, con l'accezione che gli si dà ormai
nei telegiornali per un altro obbrobrio linguistico falsamente
"politically-correct", creato dai soliti pseudogiornalisti). E forse, molto
più che la differenza di religione, è soprattutto la presenza di un pugno di
veri e propri "occidentali" al centro di un immenso territorio quasi
completamente arabo e mussulmano da millenni, a costituire, per gli arabi,
una realtà purtroppo ancora molto difficile da accettare. Da qui, o almeno,
soprattutto da qui, si origina il lunghissimo conflitto che noi tutti ben
conosciamo. Conflitto, tengo a ribadire, che sono il primo ad augurarmi
finisca al più presto per sempre e lasci il posto una pace solida e duratura
(con due popoli e due stati, come giustamente dice nel suo slogan il nostro
amico del NG), una volta isolati i fanatici e gli imbecilli di entrambe le
parti (come dovrebbe avvenire anche nel nostro paese e nel mondo intero),
nella massima cooperazione e solidarietà tra i due popoli, con la più
florida prosperità per entrambi.
Shalom/Salam
Drengot