Post by ArAmeshChiarissimo, concordo che i costi sono crescenti all'infinito. Ma si tratta
sempre di costi (fino all'esaurimento definitivo dell'ultima goccia).
No, si tratta anche, e soprattutto, di disponibilità. E della risorsa
commerciale più importante di tutte
Post by ArAmeshLo scenario della "catastrofe rapida" presuppone un prezzo sostanzialmente
costante
Questo non è vero. Una catastrofe rapida può avvenire anche se il prezzo
schizza a 400$ nel giro di un mese.
Post by ArAmeshMagari ad un certo punto non
mi basteranno nemmeno 500 dollari per estrarre un solo fottutissimo barile,
ma finché esiste qualcuno disposto a pagarlo 501, il barile sarà estratto
quali che siano i costi. Sei d'accordo?
Questo senza dubbio: il punto è che la gente che smetterà di comprarlo
una volta che arriva, diciamo, a 502 dollari, smetterà perché non li ha,
non perché può farne a meno. Perché se non viene fatto niente prima, e
rapidamente, non potremo rinunciare al petrolio come se fosse un
orpello, un di più.
Post by ArAmeshNoi prendiamo il petrolio e lo usiamo per costruire delle cose. Dai chewing
gum agli antibiotici, dal microfono del papa alle foto di Paris Hilton.
Lo usiamo anche per portare queste cose da dove vengono prodotte a dove
le utilizziamo, lo usiamo per costruire e mantenere tutte le strutture
dalla produzione al consumo di queste merci, lo usiamo per estrarre le
materie prime che servono per queste merci, o per coltivare il cibo che
sfama noi tutti.
Post by ArAmeshUn costo di produzione diciamo doppio, fa si che ci potremo permettere la
metà degli antibiotici, la metà dei chewing gum, il papa parlerà la metà
delle volte, e i ragazzini si faranno metà delle seghe con le foto della
Hilton e per il resto andranno di fantasia. E magari il mondo avrà la metà
della popolazione.
Ma per fare la metà delle cose, mi serve solo la metà del petrolio, che
guarda caso è proprio il quantitativo prodotto...
No, per vari motivi.
Primo motivo, perché l'uso di petrolio non ha una relazione
necessariamente lineare con le merci prodotte.
Secondo motivo, perché il petrolio serve, prima di tutte queste altre
cose, a sfamarci. E su quello non riduci della metà (in America e per
certe persone da noi sì, ok, ma in generale no), e della metà della
metà, con particolare leggerezza.
Terzo motivo, perché tu mi insegni che il sistema economico presente è
inscindibile dalla crescita continua e indefinita, che basta un 1% in
meno della media per significare crisi, figuriamoci un 50% in meno di 50
anni... Sarebbero comunque necessari interventi e azioni appositi per
un'economia di altro tipo (c'è chi ha parlato di un Piano Marshall al
contrario)
Quarto motivo, perché mi sembra strano che proprio tu propugni un
autoregolamentazione intrinseca da parte del mercato. Ignorando per di
più che il pianeta è drogato di consumo, tanto che, prima ancora che
Bush dicesse fra le righe che il petrolio è in declino e che bisogna
andare a biodiesel, gli USA hanno cominciato a comprare mais come
forsennati dal Messico, e il prezzo del cibo principale del Paese è
quadruplicato in un mese e mezzo. E in Messico, di solito, non dicono
"vabbè, coi soldi con cui sfamavo 4 figli ne sfamo solo uno, gli altri 3
pace, di qualcosa si deve pur morire": in Messico fino ad un certo punto
emigrano, quando poi gli costruisci un muro, si incazzano.
Post by ArAmeshFaccio anche presente che la derivata seconda delle due curve ci è del tutto
ignota: non sappiamo con quale velocità la produzione sia decrescente.
Insomma sappiamo che il costo tende all'infinito e la produzione a zero, ma
non sappiamo quanto rapidamente.
Questo no, ma ci sono delle stime. Tanto è vero che figure di spicco del
picco (bel gioco di parole) come Campbell e Heinberg hanno promosso
l'Oil Depletion Protocol, una sorta di Kyoto dove le nazioni (o enti, o
persone) aderenti si impegnano a diminuire l'uso del petrolio del 2,6%
annuo.
Secondo alcuni non è abbastanza, perché ci sono ad esempio segnali che
Ghawar, il più grande giacimento del mondo, stia calando dell'8%. E come
si dice spesso, se Ghawar "picca", picca l'Arabia Saudita, e se picca
l'Arabia, picca il mondo.
Quello che tu dici non vale per un motivo sostanzialmente fisico:
l'invariante nel calcolo della produzione e del suo tasso è solo ed
esclusivamente la quantità di petrolio contenuta nel giacimento, o
meglio quella recuperabile. Questo è un valore che non può essere
calcolato con precisione a priori, ma di fatto, anche se sconosciuto, è
fisso perché limitato da leggi fisiche.
Questo valore è l'area sottesa dalla curva di produzione. E se la curva
fino al picco ha avuto un andamento di un certo tipo, sottendendo
un'area maggiore della metà del totale, il ramo del declino *non* può
avere lo stesso andamento del ramo di crescita, ma sarà per forza più
ripida. Oppure con un declino lento, e poi un crollo verticale.
Ci sono dei calcoli anche riguardo a questo. Di solito l'esempio
paradigmatico è quello del Texas o dei Lower 48, perché quello
analizzato da Hubbert che predisse il picco del '70 con 13 anni di
anticipo: gli USA continentali giunsero al picco dopo aver estratto
circa metà delle riserve. Ma questo perché la crescita fu la più
graduale possibile, visto che prima di cominciare l'estrazione in USA
non c'era domanda di petrolio, e dalla trivellazione del primo pozzo la
domanda è cresciuta solidalmente con l'offerta man mano che si creava la
struttura.
Invece la gran parte dei paesi esportatori, tutto il Medio Oriente, ma
anche il Venezuela, hanno cominciato a produrre da dopo la guerra,
quando esisteva già un'economia fondata sul petrolio ed anzi era in
fortissima espansione con la ricostruzione e il boom. Quindi la loro
crescita è stata più rapida, "da 0 a 100" in molti meno anni degli USA.
Queste sono cose che, come si dice a Livorno, "le ricai", ovvero
"aspettati che in futuro si ripresentino nell'ambito di una defecazione,
con imprevisti effetti al tuo sfintere".
Post by ArAmeshPerò, ciò di cui sono certo io, è che questo dato di per sé e da solo non
sarà sufficiente a cambiare la struttura politica delle nostre società. Il
nostro stile di vita cambierà quantitativamente: cambierà quanto produciamo,
quanto consumiamo e dopo quanto tempo e quanto dolore crepiamo. Ma se fosse
"solo" per questo, i rapporti sociali che caratterizzano i nostri sistemi
produttivi non cambierebbero di una virgola.
Mah, non credo. Puoi anche pensare che "in linea teorica", si potrebbe
seguire una linea di compressione della produzione industriale senza
enormi traumi: ma pensa all'Unione Sovietica, che si è fatta 20 anni di
stagnazione e alla fine è andata giù. Stagnazione, non recessione,
figurati.
Post by ArAmeshAnche se so che non stavamo parlando di questo, ho ritenuito necessario
sottolinearlo.
Beh, in realtà si parla proprio di questo. Fossimo in un'altra
situazione produttiva ed economica, probabilmente del petrolio ce ne
fotteremmo pure, pensando che fino a 10 anni fa si viveva bene anche
senza cellulare, per dire. Però sai che non è così.